Impietrito, mi sporsi dall’angolo del corridoio per un lunghissimo istante e guardai mio padre camminare a lunghi passi su e giù per il salotto. Vedevo che era nervoso. Senza mai rallentare, borbottava a voce così bassa che non capivo neppure se parlasse in tedesco nella sua lingua madre, il polacco.
Il bambino nel paese del sole è un libro ricco di intensità ma anche ironico: la guerra, infatti, viene raccontata dal punto di vista di un bambino ebreo, Eric, che fugge continuamente dal rischio di andare nei lager.
All’inizio scappa da Vienna con i genitori per rifugiarsi a Milano. In questa prima fuga, non comprende gli avvenimenti perché ha solamente 8 anni, mentre alla fine della guerra ne avrà 13 e cambierà profondamente, a causa dei segni lasciati dalle esperienze che vivrà. La prima partenza per Eric è la più difficile perché lascia i suoi amici, la sua città e i suoi nonni e questo provoca in lui un grande senso di tristezza. Dopo Milano altre città saranno tappe della loro continua fuga. L’ultima meta sarà Ospedaletto d’Alpinolo, dove trascorrerà molti anni in compagnia della madre e degli altri rifugiati ebrei.
Il protagonista è un ragazzo curioso, a cui, personalmente, mi sono affezionata: nonostante gli orrori della guerra, infatti, riesce a trasmettere la sua ingenuità e la sua costante voglia di sperimentare qualcosa di nuovo. Inoltre, più volte, il ragazzo dimostra il suo affetto verso la madre, Mutti (come lui la chiama), la quale è molto severa ma, come si viene a scoprire durante la narrazione, anche molto premurosa: questa mamma, infatti, fa di tutto per proteggere il proprio figlio e per sottrarlo alla violenza e all’orrore dei lager.
Una storia vera…
La storia narrata è vera, raccontata con grande profondità, ma con un linguaggio semplice, dal suo protagonista, che ancora oggi conserva in sé il ricordo del Paese del sole, il paese che lo ha salvato dalla tragica realtà dei lager.
Alla fine si può dire che questo libro racconti una storia fatta di fuga, di solitudine, di confusione e di perdita, ma anche di nuove amicizie, di nuove scoperte su se stessi, di nuovi amori e, soprattutto, di nuovi inizi.