La rubrica è quel piccolo quaderno, suddiviso dalla A alla Z, nel quale inseriamo solitamente i numeri telefonici dei nostri amici, dei nostri parenti, dei nostri confidenti. La rubrica ha una etimologia piuttosto buffa che difficilmente indovineremmo…. “Rubrica” deriva da rosso.
Nell’antichità, a Roma, il titolo delle leggi civili veniva scritto con l’argilla rossa. Ed è direttamente da quest’usanza remota che ancora oggi chiamiamo rubrica il titolo delle legge.
In qualche museo, poi, ci sarà di certo capitato di ammirare la meraviglia di un qualche codice miniato, custodito dentro una teca di vetro. Il minio, minerale rosso da cui la miniatura prende il suo nome, era usato per colorare variamente le parti più importanti del testo, quali il titolo, la prima lettera. Da questa prima lettera ci arriva il nome ‘rubrica’ per i quadernetti ordinati per nome che raccolgono indirizzi e numeri di telefono. La scalettatura delle pagine, che mette quella lettera a portata di mano, spesso, è ancora scritta in rosso.
In latino “rosso” si dice e si scrive al nominativo “ruber” e al genitivo “rubris”. Con questo si spiega infine l’etimologia di rubrica e di altre parole molto utilizzate, come: rubino (cristallo molto pregiato di colore rosso), erubescente (aggettivo indicante chi prova vergogna, chi arrossisce), rubro (sinonimo di rosso), etc…..
In latino la parola rubrica si pronuncia con l’accento che cade nella terzultima sillaba, a differenza dell’Italiano, dove cade nella penultima: “rùbrica” anziché “rubrìca”. Chi dunque si sbaglia nella pronuncia di questa parola (me compreso) non ha tuttavia tutti i torti. 😛